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Tecniche di rilassamento

Per un approccio davvero mirato e funzionale alle malattie organiche anche gravi che hanno concause o cause psichiche, le così dette  malattie psicosomatiche, si è rivelato particolarmente indicato un approccio integrato, cioè un trattamento basato su un intervento psicoterapeutico o psicoanalitico di parola, combinato con metodiche di rilassamento psico corporee.

 Il ricorso quindi alle tecniche suggestive ed all’ipnosi a fini terapeutici ha origini lontane (le prime testimonianza sembra risalgano all’antico Egitto), ma solo nel 700 si è assistito ad una sistematizzazione di tali interventi.

Franz Anton Mesner, alla fine del 700, ipotizzò la presenza negli organismi viventi di un “magnetismo animale” che riteneva potesse essere usato a fini terapeutici da individui che ne fossero eccezionalmente dotati: una ipotesi che esercitò un certo influsso sulla filosofia naturale del Romanticismo e costituì un tentativo di spiegazione del fenomeno dell’ipnosi Egli infatti riteneva che attraverso l'influsso magnetico si potessero anche curare le malattie alla cui origine sarebbero disturbi di origine "magnetica"

Nel 1841 il medico inglese Sir Braid denominò ipnosi (dal greco hypnos) sonno, le tecniche di fissazione dello sguardo e di suggestione, un termine utilizzato per sottolineare le analogie del sonno naturale con tale stato particolare di sonno indotto da tali tecniche.

Nell’800 anche in Francia si studiò in modo approfondito l’ipnosi, ed alla scuola di Nancy, che considerava l’ipnosi un fenomeno naturale da considerare il frutto di una suggestione, si contrappose l’ipotesi di Charcot, dell’ospedale Salpêtrière  di Parigi, che invece la considerava una forma patologica, una nevrosi isterica indotta artificialmente.

Anche Freud nell’ambito degli studi sulla isteria  utilizzò l’ipnosi per curare l’isteria ma ben presto si rese conto che le dimensioni nevrotiche non potevano essere affrontate con questo strumento e quindi lo abbandonò.

Ma cos’è la suggestione?

La suggestione è una situazione in cui si presenta un preciso stato di coscienza, una specifica modalità di ricezione del messaggio ( su cui di fatto viene operato un basso controllo cosciente) e, inoltre, lo sviluppo di una particolare modalità di apprendimento. Tutto questo crea una relazione, del tutto caratteristica, tra paziente ed ipnotizzatore.
È bene tener presente che, per molto tempo, la medicina ha utilizzato, senza saperlo, proprio la suggestione, e si sa benissimo quanti e quali effetti si possano ottenere utilizzando anche il placebo.
Esistono prove scientifiche che indicano come a volte si possano utilizzare tecniche suggestive sia nella cura dei disturbi psicosomatici che di quelli organici, oltre anche a volte interventi sul dolore.
Possiamo citare ad esempio quello che riferisce l’ipnologo Theodore X. Barber del Cushing Hospital di Framingham (1958) e che cioè si riesce a produrre la sensazione e i segni fisici delle ustioni attraverso la suggestione, inoltre questa ha un effetto immediato nel far scomparire ad esempio le verruche e vari altri fenomeni cutanei come ha dimostrato Ted Grossbart.

Lo stress, come si è già sottolineato produce un abbassamento delle difese immunitarie attraverso la produzione di ormoni adrenocorticoidi e si è scoperto come sia possibile abbassare nel plasma il livello di questi ultimi utilizzando l’ipnosi e le tecniche di rilassamento psicofisico .

E’ necessario anche citare Carl e Stephanie Matthws Simonton (1980) che hanno creato, in California il Simonton Cancer Center. Questi due ricercatori, nel programma che attuano ai loro pazienti oncologici, applicano anche tecniche di “imagery” di cui è certa una qualche efficacia anche se i dati che si hanno al momento sono ancora da perfezionare. 
Secondo Claudio Modigliani le persone che sviluppano malattie psicosomatiche gravi sono quelle in cui si può individuare quello che lui definisce “omeostasi masochistica” intendendo con questo un tipo di situazione psichica in cui prevale l’egemonia di un Super io arcaico del tutto persecutorio e che in virtù di questa loro strutturazione hanno una grande difficoltà a sottoporsi ad un trattamento psicoanalitico classico. In alcune circostanze, con questi soggetti, è possibile invece cominciare un trattamento iniziando ad insegnare loro le tecniche di rilassamento, quelle autoipnotiche e quelle di imagery: “La suggestione - come dice appunto il professor Claudio Modigliani - è spesso la lingua che il Super io può comprendere, l’unica che i malati psicosomatici possono ascoltare, almeno all’inizio”.

E’ importante sottolineare infatti che possono essere proposte delle pratiche che pur essendo terapeutiche, non costituiscono specificatamente l’applicazione del discorso analitico propriamente detto, ma, quel che conta, è tener presente le linee di forza dell’analisi e di conseguenza la conoscenza della struttura dell’inconscio che da questa deriva.

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